di Annarita D’Agostino

Non si ferma la giostra delle vendite: se a giugno si registra un incremento di quelle al dettaglio, nel trimestre aprile-giugno diminuiscono sia in valore che in volume. I dati, diffusi dall’Istat, confermano l’andamento incerto e debole del mercato interno: il +0,6% registrato a giugno viene sterilizzato dalla flessione del trimestre aprile-giugno (-0,3% sia del valore che dei volumi).
In dettaglio, a giugno 2017 il valore delle vendite registra una crescita dello 0,6% rispetto al mese precedente, sintesi dell’aumento dello 0,9% della componente alimentare e dello 0,5% di quella non alimentare. Crescono anche i volumi (+0,8%, dovuto all’incremento dell’1,3% delle vendite di alimenti e dello 0,6% di altri prodotti non alimentari). Invece, nel trimestre scorso il valore delle vendite è diminuito dello 0,3% a causa della flessione dello 0,3% per i prodotti alimentari e dello 0,2% per i prodotti non alimentari. Il volume totale delle vendite (-0,2%) diminuisce a causa di una riduzione dello 0,2% delle vendite alimentari e dello 0,3% di quelle non alimentari.
Segnale di un paese impoverito che stenta a ripartire è anche l’incremento delle vendite nei discount, superiore a quello dei supermercati ed ipermercati. Resta critica anche la situazione delle imprese più piccole, fino a 5 addetti, che rappresentano la larga maggioranza del tessuto produttivo del Paese: a giugno il valore delle vendite diminuisce, in termini tendenziali, dell’1,1%.
Dunque, i numeri segnalano che siamo ben lontani dalla ripresa: come osserva il Codacons, “il 2017 doveva essere l’anno della ripresa definitiva dei consumi ma, alla luce dell’ Istat, i numeri appaiono ancora ‘ballerini’ e non permettono di parlare di crisi finita per il settore del commercio”.
Peraltro, Coldiretti fornisce una lettura interessante dell’incremento dei consumi degli italiani: secondo l’associazione degli agricoltori, il caldo record dell’estate stravolge il carrello della spesa alimentare incrementando del 3% l’ortofrutta, del 17% i consumi di acqua e addirittura del 19% quelli dei gelati in cono, “vere star del mercato”. “L’anomalia climatica – sostiene la Coldiretti – ha influenzato comportamenti e consumi con gli italiani che non escono di casa, cucinano meno e fanno aumentare gli acquisti di cibi pronti e rinfrescanti, oltre che di bibite e frutta, che ha fatto registrare nel 2017 il record degli acquisti degli ultimi 17 anni”. Allo stesso tempo, però “nelle campagne si soffre per i prezzi in calo fino al 40%, che non coprono i costi di produzione per effetto delle distorsioni del mercato”. Anche il fattore caldo è precario.