di Claudia Tarantino

Con la pubblicazione del bando per la richiesta delle offerte vincolanti entra nel vivo la delicata fase della vendita di Alitalia.
I potenziali investitori, infatti, avranno tempo fino al 2 ottobre per manifestare il loro reale interesse per il rilancio della compagnia e, soprattutto, le loro intenzioni circa un acquisto ‘in blocco’, come auspicato anche dai commissari straordinari, o solo di specifici asset.

Nella fase precedente, quella delle offerte non vincolanti, si sono fatti avanti una decina di soggetti, tra cui Etihad, Ryanair, British ed EasyJet, Lufthansa, Hainan Airlines, Af-Klm con Delta, più alcuni fondi di investimento, come l’americano Elliott, ed alcune compagnie cinesi.
Ora, però, la porta resta aperta anche per chi non ha partecipato alle fasi precedenti e potrebbero esserci, quindi, presto altri nomi da aggiungere alla lista dei ‘pretendenti’.

I commissari straordinari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari hanno messo a punto il bando sulla base delle offerte ricevute ma, mentre attendono le proposte degli eventuali acquirenti, dovranno portare avanti il processo di risanamento della compagnia, con relativo taglio dei costi e revisione del network, al fine di rendere l’azienda più appetibile. Sembra indubbio infatti che “tanto più la compagnia arriverà in buone condizioni alla vendita, tanti meno sacrifici il potenziale acquirente chiederà all’azienda”.

In una intervista rilasciata qualche giorno fa a Repubblica, Gubitosi, in riferimento proprio ai conti della compagnia, sottolineava che “la situazione è molto migliorata”, anzi, “nei prossimi mesi, con una gestione attenta, miglioreremo ancora. Ci stiamo preparando alla stagione 2018. In inverno partiranno le nuove destinazioni, Maldive, Nuova Delhi, Los Angeles tutto l’anno e più voli per San Paolo. Per l’estate ci concentreremo sull’Africa”.

L’acquirente ideale, come ha spiegato lo stesso Gubitosi nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali che si è tenuto lo scorso 27 luglio, “è un partner internazionale forte, che permetta ad Alitalia di sviluppare il suo potenziale”.
In quella occasione i commissari hanno palesato la loro previsione di arrivare all’aggiudicazione della gara verso ottobre-novembre. Nelle loro intenzioni, infatti, il periodo intercorrente fra il termine di presentazione delle offerte vincolanti e quello di restituzione del prestito statale andrà utilizzato per trattare con un numero di soggetti limitato (2 – 3 pretendenti) titolare delle offerte ritenute più congrue sia in termini economici che industriali. A valle dell’eventuale aggiudicazione della Società, ci sarà il previsto approfondimento dell’Antitrust per poi procedere all’operazione di closing definitivo.

L’importante, per il momento, è che “la rotta è stata invertita, come dimostra soprattutto l’andamento dei ricavi, ma molto resta ancora da fare. E il risanamento dovrà proseguire anche dopo la vendita, che auspicabilmente sarà fatta nel più breve tempo possibile”.

Gli effetti del lavoro di risanamento portato avanti dai commissari infatti si vedranno solo più avanti: “Il livello delle perdite si sta abbassando – hanno spiegato – ma per recuperare le perdite accumulate in questi anni ci vuole forse qualche anno”.

La crisi che ha caratterizzato la compagnia italiana ha avuto i suoi effetti anche sui conti dell’ex partner Etihad, che ha archiviato il 2016 con una perdita di 1,87 miliardi di dollari (dall’utile di 103 milioni dell’anno precedente), dovuta soprattutto a svalutazioni di asset e alle perdite legate appunto ad Alitalia e Air Berlin.