Dalle agenzie di rating al gruppo Stellantis, l’Italia tutta s’è desta (per un giorno). Dopo il monito di Mattarella, lo sdegno bipartisan per il rifiuto di Elkann di riferire in Parlamento

Il 30 ottobre 2024 potrebbe essere una giornata da ricordare. Ieri, come forse mai avvenuto prima, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di consegna delle insegne di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito del Lavoro”, ha lanciato un monito verso le agenzie di rating. «L’Italia è tornata a crescere», con un Pil quinquennale in aumento, aumento dell’occupazione, export positivo ed è dunque «irragionevole non venga notato dalle agenzie di rating nel valutare prospettive e affidabilità dell’economia italiana». Rimarcando ancora di più il concetto, ha detto che «l’Italia non è seconda ad alcuno se – dato del 2021 – si registravano, nelle fabbriche, 13,4 robot ogni mille addetti, rispetto ai 12,6 in Germania e ai 9,2 della Francia». Giusto sottolinearlo anche se ora si iniziano a intravedere rallentamenti negli indici economici: le crisi dell’automotive e della siderurgia, attraversate, anzi, stravolte dalla transizione energetica, stanno facendo sentire il loro peso, in Italia e in Europa. E persino in Cina. Ma ieri non è successo soltanto questo. In una lettera inviata al presidente della commissione Attività produttive della Camera, Alberto Luigi Gusmeroli, il presidente di Stellantis, John Elkann, ha declinato l’invito a riferire in Parlamento, sottolineando di non avere nulla da aggiungere rispetto a quanto già detto da Tavares e «ribadendo la disponibilità a un dialogo franco e rispettoso». Lettera che ha scatenato lo sdegno, anche oggi, di tutto l’arco parlamentare italiano, cioè dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla leader del Pd, Elly Schlein. Se per la prima, Elkann ha mancato di rispetto al Parlamento promettendo «con Stellantis dialogo senza sudditanze», per la seconda l’«atteggiamento di John Elkann è da stigmatizzare». E così è di nuovo bufera tra Stellantis e il mondo politico.