«Se qualche giudice si sente comunista, si tolga la toga e si candidi alle elezioni, ma lasci che il governo e la politica portino avanti il programma scelto democraticamente dai cittadini»
«Ennesima decisione anti-italiana». Il leader della Lega e vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, commenta così il rinvio alla Corte di Giustizia europea da parte del Tribunale di Bologna del caso di un cittadino del Bangladesh che aveva richiesto la protezione internazionale – in pratica, il giudice sta chiedendo se deve prevalere la normativa comunitaria oppure la legislazione italiana che, con il recente decreto sui “Paesi sicuri”, è intervenuta per definire con una norma primaria ciò che fino a poche settimane prima era stabilito da un decreto interministeriale. Durissima l’accusa di Salvini, secondo il quale, il Tribunale di Bologna ha deciso di «non applicare la legge». «Se qualche giudice – per fortuna solo una piccola minoranza – si sente comunista, si tolga la toga e si candidi alle elezioni, ma lasci che il governo e la politica portino avanti il programma scelto democraticamente dai cittadini», è l’invito del leader leghista. Che un video ha aggiunto: «Poi per carità, siamo in democrazia, nel 2024, tutti hanno diritto di sentirsi comunisti, per me è fuori dal tempo però ognuno crede nelle idee che ritiene, però non puoi fare il giudice. Se smonti di notte il lavoro che facciamo per difendere la sicurezza dei confini italiani, dicendo che non si può espellere nessuno e che c’è il rischio di fascismo, nazismo e quindi, a differenza di quello che fanno gli altri Paesi europei e nel mondo, dobbiamo tenere qua i clandestini senza espellerli, senza detenerli, senza mandarli in Albania. Signor giudice, se sotto la tua toga hai la bandiera rossa, togli la toga, cambia mestiere, candidati con Rifondazione comunista, però non puoi non applicare le leggi che governo e Parlamento fanno per difendere i confini».