Nel 2024 si è attestata al 46%, secondo l’indagine “Gli italiani e il risparmio”, condotta da Acri e Ipsos

Nel 2024 il 46% delle famiglie italiane è riuscito a risparmiare qualcosa, una quota in calo rispetto al 2023, quando si era attestata al 48%. Lo rende noto l’indagine, “Gli italiani e il risparmio: 1924-2024: cento anni di cultura del risparmio”, realizzata da Acri e Ipsos in vista della 100ma “Giornata del risparmio” in programma 31 ottobre alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Non mancano le difficoltà, comunque: il 33% del campione ha ammesso di avere una capacità di risparmio minore rispetto alle generazioni precedenti. Determinanti, in questo senso, alcune condizioni macroeconomiche, tipo l’aumento del costo della vita (70%) e le condizioni lavorative contemporanee (60%), oltre ai cambiamenti negli stili di vita (60%). L’indagine ha sondato poi l’umore degli italiani circa la soddisfazione per la propria situazione economica: a dichiararsi soddisfatto è stato il 64%, in crescita notevole rispetto al 56% dello scorso anno. Da segnalare, però, una grossa porzione di popolazione, pari al 17% dei nuclei familiari, che non riesce ad uscire da una situazione di sopravvivenza o povertà, anche quando lavora, e si sente sempre più a rischio, non avendo più risorse cui attingere, o spese da tagliare. Acri e Ipsos hanno osservato che il numero di individui in povertà, circa 5,7 milioni, pari a poco meno di un italiano su dieci, è stabile da diversi anni e che la povertà aumenta tra chi lavora. “Un effetto forse legato all’inflazione che ha colpito maggiormente chi non aveva possibilità di rivedere il proprio paniere di acquisto e alle condizioni contrattuali”, sottolinea il rapporto. Il numero di famiglie in difficoltà lavorative è in lieve crescita, dal 15% nel 2023 al 17% nel 2024. Si tratta di persone che in parte non trovano il lavoro auspicato, o che hanno subito un peggioramento nelle proprie condizioni lavorative.