Le conseguenze dei Brics riuniti a Kazan. Obiettivo del vertice, dimostrare che Putin non è isolato. Ma anche l’istituzione della Borsa del Grano fra i Brics e loro partners per mettere al sicuro gli scambi
Mentre a Bruxelles si insiste a passo spedito sulla decarbonizzazione industriale – «raggiungere una riduzione netta del 90% delle emissioni di gas serra entro il 2040 e la neutralità climatica entro il 2050», ha scritto oggi il Commissario designato al clima e alla tassazione, Wopke Hoekstra – senza però dare risposte chiare e certe, come esorta a fare il piano Draghi, in merito ai costi aggiuntivi che a breve termine si abbatteranno sull’industria europea ad alta intensità energetica, la quale non a caso ha visto calare la sua produzione del 10-15% dal 2021, a Mosca ieri il presidente russo, Vladimir Putin, ha aperto il vertice dei Brics a Kazan, affermando, senza giri di parole, che sta emergendo «un mondo multipolare che metterà fine all’egemonia dell’occidente». Il Brics è un raggruppamento mondiale di Paesi che rappresentano le sempre più aggressive economie emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, a cui quest’anno si sono aggiunti Egitto, Etiopia e Emirati Arabi Uniti e Iran. E molti altri, tipo la Turchia, hanno chiesto formalmente di farne parte. Forse è utile rimarcare che, come scritto anche sul piano Draghi, gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Ue «sono più ambiziosi di quelli dei suoi concorrenti», Usa compresi, e considerando che certe pericolose dipendenze energetiche da Paesi extra Ue sono ancora in essere, le parole di Putin si stagliano sul presente e sul futuro nel pieno del loro significato e delle relative conseguenze. Chiaro che, con questo vertice, Putin, prima di tutto, intenda dimostrare di non essere un leader isolato – forse mediaticamente oscurato, sì – e ci sta anche riuscendo a dimostrarlo, visto che oggi ha accolto a Kazan il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, il quale ha fatto appello ad una pace «giusta» in Ucraina e a un cessate il fuoco «immediato» a Gaza e in Libano.
Altra questione importante affrontata dai Brics è quella del grano. Verrà istituita, infatti, una Borsa del grano fra i Paesi BRICS+ e i loro partner e sarà inserita nella dichiarazione finale del vertice di Kazan. Si tratta di un meccanismo che consentirà ai Paesi che fanno parte del gruppo di rendere i loro scambi indipendenti e al riparo da rischi esterni, sostiene Putin, nonché di scambiare il grano come qualunque altra merce. D’altronde, la Russia è il principale esportatore di grano al mondo: fra il luglio del 2023 e il giugno del 2024, ha esportato 68,4 milioni di tonnellate di grano. Fra i suoi maggiori acquirenti, ci sono Egitto, Turchia ed Europa; tra i suoi principali concorrenti Canada, Stati Uniti ed Australia. O ancora molto più lontano.