Il ministro dell’Interno commenta così il rapporto dell’Ecri che ha denunciato una presunta profilazione razziale da parte degli agenti italiani
«Le nostre forze di polizia sono apprezzate in Italia e nel mondo quali baluardi della democrazia, della difesa dei più deboli e della vicinanza ai problemi quotidiani dei cittadini. Questa è la linea». Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, interviene così nel dibattito scatenato dal rapporto dell’Ecri, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa, che ha denunciato una presunta profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine italiane (dichiarazioni in difesa degli agenti italiani erano state espresse ieri anche dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal capo dello Stato, Sergio Mattarella). Secondo il titolare del Viminale, che ha parlato al “Corriere della Sera”, «è incredibile che una organizzazione internazionale che dovrebbe tutelare i diritti umani, promuovere l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa possa fare simili affermazioni, del tutto destituite di fondamento». La querelle nata dal report dell’Ecri si inserisce in un dibattito politico, particolarmente animato. Basti pensare allo “scontro” tra un pezzo della magistratura e il governo, in seguito alla decisione del Tribunale di Roma di bocciare il trattenimento dei 12 migranti nel centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader, in Albania. «Io non credo si possa dire che ci siano stati attacchi alle toghe da parte del governo», è il commento di Piantedosi. «Se può essere legittimo e comprensibile che i magistrati liberamente esprimano le loro opinioni credo che analoga prerogativa non possa essere negata alla politica. Ritengo importante che ogni possibile obiezione ai contenuti degli atti giudiziari sia effettuata attraverso le impugnazioni», ha quindi aggiunto il ministro dell’Interno, smorzando un po’ i toni. Un invito alla moderazione è arrivato oggi anche dal presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, a SkyTg24: «Il governo torni a parlare con la magistratura nei termini di un doveroso rispetto nella comunicazione istituzionale del Paese», ha chiesto.