La misura diventa strutturale, ma cambia il meccanismo di calcolo del beneficio
In mancanza del testo definitivo, che dovrebbe approdare in Parlamento fra lunedì e martedì, almeno secondo quanto previsto dal ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, occorre affidarci alle anticipazioni raccolte durante la conferenza stampa dello stesso esponente leghista e del suo vice Maurizio Leo. Nella prossima legge di bilancio, il taglio del cuneo contributivo e fiscale diventa strutturale, vale a dire viene stabilizzato anche per gli anni a seguire, come chiesto a più riprese dai leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Landini, Sbarra, Bombardieri e Capone. La misura ha un costo stimato superiore ai 10 miliardi di euro. Fino al 31 dicembre, il beneficio in favore del singolo lavoratore dipendente è facile da calcolare, in quanto si applica un taglio del 7% per i redditi lordi fino a 25mila euro e del 6% per quelli fino a 35mila euro. Tale sistema, però, presenta delle incongruenze, poiché privilegia in proporzione chi guadagna di più e genera un effetto distorsivo in prossimità delle soglie. Guadagnare un euro in più o in meno intorno alla soglia dei 25mila euro, significa, ad esempio, avere un ritorno maggiore o minore di 250 euro. Stando alle anticipazioni, il prossimo anno dovrebbe cambiare il meccanismo di calcolo, che sarebbe più simile a quello applicato per le detrazioni da lavoro dipendente, al di sopra di una soglia da fissare fra i 20mila e i 25mila euro.