Il presidente del Consiglio incontra Re Abdullah II e il premier libanese Najib Mikati. Lunedì Tajani sarà in Israele e Palestina

Una missione volta alla concentrazione degli sforzi per una soluzione diplomatica nello scacchiere mediorientale e la sicurezza del personale Unifil, colpito da diversi attacchi nei giorni scorsi nel sud del Libano. Queste, in sintesi, le principali motivazioni del viaggio del premier Giorgia Meloni, questa mattina in Giordania – ricevuta da Re Abdullah II –, nel pomeriggio in Libano, dove ha incontrato il primo ministro libanese Najib Mikati. Le occasioni, come riferito anche da Palazzo Chigi dopo il colloquio con il Re di Giordania, sono state utili per discutere, tra le altre cose, di un cessate il fuoco a Gaza e del rilascio degli ostaggi israeliani in linea con la risoluzione 2735, «ribadendo la necessità di un processo politico che conduca alla soluzione dei due Stati». Una situazione che nelle ultime ore ha registrato ulteriori sviluppi, dopo la confermata morte del leader di Hamas, Yahya Sinwar, «il principale responsabile del massacro del 7 ottobre 2023», come ricordato dalla stessa Meloni in una nota diffusa ieri. «Considero inaccettabile attaccare l’Unifil, tutte e due le parti devono garantire la sicurezza dei soldati. Sono convinta che Unifil debba essere rafforzata. Solo rinforzando la missione si potrà voltare pagina. Dobbiamo tornare alla missione originale di Unifil», la posizione del presidente del Consiglio durante le dichiarazioni congiunte con Mikati a Beirut. Lunedì sarà il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a recarsi in Israele e Palestina.