In pochi anni, si è passati da circa 50mila denunce annue ad oltre 70mila

Infortuni sul lavoro in calo, ma forte impennata delle malattie professionali. È questo, in sintesi, quanto emerge dalla relazione annuale dell’Inail sull’andamento infortunistico e tecnopatico, presentata quest’oggi dal presidente dell’Istituto assicurativo, Fabrizio D’Ascenzo. Numeri che hanno, comunque, indotto i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl a chiedere di non abbassare la guardia, rafforzando le azioni contro l’insicurezza del lavoro, come chiesto anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L’Inail, nel corso del 2023, ha ricevuto oltre 590mila denunce di infortunio, di cui 1.147 con esito, purtroppo, mortale. Nel 2022, gli infortuni mortali erano stati 1.268. Poco più della metà degli infortuni mortali è catalogata come avvenuta al di fuori dell’azienda, una formulazione ampia che ricomprende gli infortuni in itinere propriamente detti, ma anche tutti quegli accadimenti che avvengono nell’orario di lavoro, ma fuori dalla sede e su un mezzo di trasporto e, quindi, comunque connessi allo svolgimento della prestazione lavorativa. Intanto, si impennano le denunce di malattie professionali, con una crescita su base annua di quasi 20 punti percentuali. Si è passati da una media di 50mila unità agli oltre 72mila casi del 2023, con una tendenza di crescita esponenziale, fortemente preoccupante anche per i prossimi anni.