«Pretendo rispetto da Israele. Il rispetto dovuto ad una nazione amica impegnata in una missione di pace»

Quanto sta accadendo in Libano è (ovviamente) in cima ai temi di giornata. «Non saremo mai noi che ci spostiamo perché qualcuno ci dice, con la forza, di spostarci. Noi siamo lì e ci rimaniamo, con la forza del mandato delle Nazioni Unite», ha assicurato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, dopo gli attacchi israeliani alle basi italiane della missione Unifil in Libano, l’ultimo dei quali ha coinvolto nelle ultime ore la base 1-31, già colpita nei giorni scorsi (Israele sta conducendo operazioni militari in Libano con l’obiettivo dichiarato di sradicare la milizia sciita filo-iraniana Hezbollah, che nell’ultimo anno ha attaccato ripetutamente il vicino israeliano). «Ieri ho risposto a Israele che ci diceva spostatevi, che l’Italia non prende ordini da nessuno. Pretendo rispetto da Israele. Il rispetto dovuto ad una nazione amica impegnata in una missione di pace», ha aggiunto il ministro, intervenendo dal Kosovo, dove si trova in visita al contingente italiano. Della delicata situazione mediorientale – il rischio escalation per un conflitto, al momento regionale, è concreto –, hanno parlato i leader dei Paesi Med9, tra cui il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riuniti a Pafos, Cipro. Presenti anche il re di Giordania, Abdullah II Al-Hussein, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che a margine dei lavori ha incontrato il premier (temi migratori, rilancio della competitività europea, il conflitto in Ucraina e la guerra in Medio Oriente, i dossier al centro del faccia-a-faccia, in vista anche del Consiglio europeo della prossima settimana).