Finanza sostenibile ovvero i temi ESG salgono ai piani alti delle società quotate

Si parla di “finanza sostenibile” quando la finanza si pone l’obiettivo di investire in strumenti con l’intenzione di generare un ritorno finanziario, un impatto ambientale, un impatto sociale positivi, concreti e misurabili. Si può anche investire secondo criteri ESG (Environmental, Social, Governance) quando si costruisce un portafoglio di investimento che valuti aziende e Paesi rispetto alla loro capacità di rispettare la sostenibilità, misurando fattori ambientali, sociali e di governance.
La Consob, oggi, nel suo Rapporto sulla rendicontazione non finanziaria, basato sulle Dichiarazioni non finanziarie (Dnf) del 2023 e relative al 2022, evidenzia che la sostenibilità è salita «ai piani alti delle società italiane quotate in Borsa». Dalla 6° edizione del Rapporto, emerge un’attenzione crescente delle società quotate per l’impatto ambientale e sociale delle attività d’impresa e per le buone pratiche del governo societario. Nel 66,7% dei casi (50% nel 2021) i Consigli di amministrazione sono stati coinvolti nella definizione dei temi non finanziari, segnando la percentuale più elevata dall’inizio delle rilevazioni (2019). In crescita, l’interesse verso gli ESG anche da parte di altri stakeholder, come i dipendenti, i fornitori e gli investitori. A partire dal 2025, per effetto del recepimento della normativa europea “Corporate Sustainability Reporting Directive”, i temi di sostenibilità dovranno, infatti, confluire in una sezione della relazione di gestione che correda il bilancio. I valori Esg assumono rilevanza crescente anche nei criteri per la nomina degli amministratori, nell’autovalutazione del board e nella definizione delle politiche di remunerazione degli amministratori delegati, determinata in 137 casi (127 nel 2021).