Meno disoccupati, ma ancora troppi inattivi. Il caso della fascia di età 35-49 anni

Nuovo scatto in avanti dell’occupazione, che, su base annuale, segna l’ennesimo record, con 494mila occupati in più ad agosto. L’incremento è di 45mila unità, pari allo 0,2%, rispetto alla precedente rilevazione effettuata a luglio. I nuovi posti di lavoro riguardano soprattutto gli uomini con contratto di lavoro dipendente, mentre si registra una leggera flessione fra il lavoro autonomo e, soprattutto, fra le donne. Del resto, il calo in agosto per la componente femminile non deve sorprendere più di tanto, in quanto è connesso anche alla difficoltà delle lavoratrici madri di conciliare lavoro e cura dei figli, stante la chiusura delle scuole. Le persone in cerca di occupazione si riducono, a loro volta, di 46mila unità; in questo caso, la riduzione è trasversale a tutte le componenti, senza particolari differenze di genere o di età. Il tasso di disoccupazione scende quindi al 6,2%, con quello giovanile che scende al 18,3%. L’Istat osserva, però, anche un incremento, seppure di appena lo 0,1%, del tasso di inattività che continua a restare sempre troppo alto, in quanto coinvolge un terzo della popolazione in età attiva. Un punto di riflessione è dato dall’arretramento dell’occupazione nella fascia compresa fra 35 e 49 anni, spesso scoperta dagli incentivi per le assunzioni, in particolare sul versante della decontribuzione. Un tema che sicuramente tornerà con la legge di bilancio.