Khamenei: «Usa causa principale problemi nella regione»

Dopo che nella serata di ieri l’Iran ha lanciato circa 180 missili balistici contro Israele, la domanda che il mondo si è fatto è stata: e adesso? La risposta per l’uccisione di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, gruppo libanese “sponsorizzato” da Teheran – a cui si può aggiungere quella di alcuni mesi fa del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuta peraltro in territorio iraniano – apre ora nuovi scenari relativi alla crisi mediorentale, mentre aumentano i timori per un allargamento, che appare ormai non più così remoto, del conflitto regionale. Secondo Axios, Israele – che si ritiene essere in contatto con gli Stati Uniti in queste ore per vagliare le diverse opportunità e la portata dell’eventuale controrisposta – starebbe valutando l’ipotesi di una «rappresaglia significativa» entro pochi giorni. Axios cita gli impianti di produzione di petrolio e altri siti strategici tra i possibili obiettivi delle forze israeliane. Oggi è intervenuto l’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema dell’Iran, il quale l’indomani del lancio di missili ha puntato il dito contro Stati Uniti ed Europa. «Nella nostra regione la causa principale dei problemi, che porta a conflitti, guerre, preoccupazioni e ostilità – ha affermato Khamenei, durante un incontro a Teheran con esponenti del mondo dell’università, stando a quanto riportato dai media –, è la presenza di chi afferma di sostenere la pace e la calma nella regione, ovvero l’America e alcuni paesi europei». Le preoccupazioni della comunità internazionale, ad ogni modo, riguardano anche il destino dei civili nel sud del Libano, dove si rischia una crisi umanitaria al pari di quella già osservata nella Striscia di Gaza.