Discorso del numero due del gruppo dopo morte Nasrallah
«Siamo pronti se gli israeliani volessero un’incursione terrestre, le forze di resistenza sono pronte per questo. Il nemico israeliano non raggiungerà i suoi obiettivi». Sono le ore di lutto nazionale in Libano per l’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah (la commemorazione durerà tre giorni), “rotte” dalle parole del numero due del gruppo, Naim Qassem, considerato tra i possibili successori alla guida dell’organizzazione. Il discorso, ripreso da Al Jazeera, altro non è che un atto di accusa nei confronti di Israele. «Le forze israeliane stanno uccidendo e commettendo massacri contro i civili», le sue parole. Nel frattempo le operazioni dell’Idf non si sono interrotte dopo il raid che ha provocato la morte di Nasrallah, nella serata di venerdì. Nella giornata di oggi è stata confermata l’uccisione del capo di Hamas in Libano, Fatah Sharif Abu al-Amin, il quale era un dipendente dell’Unrwa (la stessa Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi – riferisce il Times of Israel – ha precisato che era sotto indagine per le sue attività e già sospeso nei mesi scorsi). Il primo ministro libanese, Najib Mikati, ha fatto intanto sapere che il governo è pronto a schierare l’esercito nel sud del paese – riporta ancora Al Jazeera –, ma l’obiettivo resta quello di raggiungere un cessate il fuoco immediato. Mentre sono ripresi lanci di razzi dal Libano nel nord di Israele, la comunità internazionale si interroga su quale sarà il ruolo dell’Iran (senza dimenticare le schermaglie con gli Houthi nello Yemen). Da Teheran arrivano voci contraddittorie, gli Stati Uniti – secondo i media oltreoceano – temono una risposta militare alla morte di Nasrallah, ma per il momento il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha affermato che «l’Iran non invierà forze militari a Gaza o in Libano per combattere contro il regime sionista».