Per il ministro, è fondamentale ridurre gli interessi che l’Italia paga sul debito
Apprezzamento per la serietà con cui è stata impostata tutta la partita legata alla definizione del Piano strutturale di bilancio, ma anche prudenza ed attesa per i contenuti della prossima legge di bilancio, per la definizione della quale le parti sociali hanno chiesto al ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, di aprire al confronto. È questo, in sintesi, quello che è emerso dal lungo confronto di Palazzo Chigi, che ha visto al tavolo prima i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e altre sigle sindacali, e poi i rappresentanti delle associazioni datoriali. Circa cinque ore in tutto che sono servite al ministro, supportato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, per chiarire il perimetro entro il quale è possibile muoversi. Il nuovo campo di gioco è definito dalle regole approvate a Bruxelles qualche mese fa e che prevedono la definizione di un Piano strutturale di bilancio che, nel caso dell’Italia, avrà una durata settennale. Il Piano serve a delineare la curva della spesa pubblica e gli altri parametri, dal debito all’avanzo, che poi, nel concreto, si traducono nelle risorse a disposizione per i vari interventi possibili, alla luce delle richieste e delle esigenze manifestate. Forte il messaggio che Giorgetti ha inviato alla Banca centrale europea: serve abbassare gli interessi di mezzo punto che, tradotto, significa cinque miliardi in più da investire.