Crescono i timori per un allargamento del conflitto

Ora il timore più grande è quello di una guerra totale tra Israele e Hezbollah. L’imponente operazione di ieri condotta dalle forze israeliane, con un bilancio di oltre 500 vittime (secondo le autorità libanesi), più di 1.500 feriti e 1.300 obiettivi colpiti, ha avuto fin qui l’effetto di aumentare le tensioni, mentre i paesi “vicini” del Libano condannano le strategie di Israele. Nella giornata di oggi, l’Idf ha inviato ai civili nuovi avvisi di evacuazione nelle zone del Libano interessate dalle operazioni, quelle che rappresentano, cioè, le basi di Hezbollah. Inoltre si è registrato un nuovo raid su Beirut, nel quale sarebbe stato ucciso l’uomo a capo dell’unità missilistica di Hezbollah, Ibrahim Qubaisi, secondo due fonti della sicurezza libanese citate da Reuters e rilanciate dal Times of Israel. Nella mattinata anche il gruppo libanese ha risposto con il lancio di razzi nel nord di Israele. Sul nuovo fronte di crisi che si è aperto in Medio Oriente dopo quello con Hamas nella Striscia di Gaza è intervenuto il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, il quale partecipa all’assemblea generale dell’Onu a New York. In un’intervista alla CNN, Pezeshkian ha sostenuto che Hezbollah «non può stare da solo» contro Israele e che «non dobbiamo permettere che il Libano diventi un’altra Gaza». Concetti analoghi aveva espresso ieri, durante una tavola rotonda con i giornalisti, sostenendo che un allargamento del conflitto in corso «non porterebbe benefici a nessuno». La guerra in Medio Oriente, così come quella in Ucraina, saranno temi centrali della 79esima sessione dell’Assemblea generale dell’Onu. Giovedì è atteso l’intervento del premier israeliano, Benjamin Netanyahu.