di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl
L’UGL vede con favore l’iniziativa che il ministero delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha illustrato ieri a imprese e sindacati, prima di presentarla ufficialmente a Bruxelles al Consiglio competitività.
La premessa è la crisi del settore automobilistico, che sta indebolendo pericolosamente non solo il manifatturiero italiano, e quindi la nostra industria nel suo insieme, ma tutta l’industria europea. Da tale situazione, per il ministro Urso si può uscire, in primis, ed è il centro della sua proposta, anticipando all’inizio del 2025 la revisione del provvedimento che decreta per il 2035 lo stop alla produzione di veicoli con motori endotermici e la vendita di soli veicoli 100% elettrici, immaginando lo slittamento in avanti di quella data (il 2035) fin troppo prossima, e non così apparentemente lontana da oggi. Gli altri due perni del piano Urso, il cui obiettivo ultimo è avviare una nuova politica industriale, sono la richiesta di risorse UE per finanziare la transizione e l’introduzione del principio della neutralità tecnologica che consentirebbe di allungare la vita ai motori endotermici.
La crisi evidente in atto in Europa, dovuta al crollo del mercato elettrico e le difficoltà incontrate dalle multinazionali, obbligano tutti gli Stati, secondo Urso, ad assumere delle decisioni, che, a loro volta, serviranno a dare certezze a famiglie e imprese. E qui entra in gioco anche il nucleare, contro il quale non si possono più opporre veti e pregiudizi. Pena, perdere importanti investimenti.
A sostegno del piano di Urso, la maggioranza di governo sta elaborando una mozione da approvare in Parlamento, che impegna lo stesso ad avanzare una proposta in sede europea per «rivedere da subito il percorso del Green Deal» a partire dal settore auto. Una bozza del testo l’ha diffusa oggi l’agenzia di stampa Ansa e riguarda appunto l’anticipo della revisione del regolamento Ue sui veicoli leggeri all’inizio del 2025. Si sta facendo, quindi, un gioco di squadra nella maggioranza per il bene dell’Italia e, aggiungerei anche, dell’Europa; gioco al quale l’UGL intende dare il proprio fattivo e responsabile contributo per non vedere andare in frantumi un patrimonio industriale che il mondo, Cina e Usa in primis, da sempre ci invidia.
Anche il vicecancelliere tedesco e ministro, Robert Habeck, dopo un incontro con le case automobilistiche e i rappresentanti dei sindacati, ha dichiarato oggi che sosterrà l’anticipazione della revisione degli standard di CO2 prevista per il 2026.
Si tratta di un grande risultato per l’Italia, se si pensa alle frizioni tra Roma e Berlino per la scalata della “nostra” Unicredit in Commerzbank, che con la sua iniziativa per una nuova politica industriale sta innescando, è questa la speranza, un effetto domino che potrebbe arrivare fino a Bruxelles.