di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL
È in dirittura d’arrivo, dovrebbe approdare a breve in Consiglio dei Ministri, così oggi sul Sole 24 Ore, il primo dei decreti attuativi della legge 160/2023, che disegna un sistema organico per disciplinare in modo coerente e razionale gli incentivi alle imprese, in conformità con la normativa Ue sugli aiuti di Stato. In questo primo decreto, si prevede la standardizzazione dei bandi ed una valutazione a tre fasi – ex ante, in itinere, ex post – degli incentivi stessi, per monitorarne l’efficacia ed evitare imprevisti sui conti pubblici. La programmazione avverrà su base triennale e il monitoraggio riguarderà l’intero ciclo di vita degli incentivi. Tra i criteri premianti per le imprese ci sono la parità di genere, il rating di legalità, l’assunzione di giovani, donne e disabili, il sostegno alla natalità. Inoltre, la bozza di decreto sottolinea l’importanza del contrasto alla delocalizzazione, con la possibilità di decadenza degli incentivi in caso di violazioni. La riforma, poi, introduce un «tavolo permanente» presso il Mimit per coordinare le amministrazioni e prevede il potenziamento del Registro nazionale degli aiuti di Stato. Nel complesso, un riordino con molti aspetti positivi, sia in merito alla protezione del lavoro che per quanto riguarda lo sviluppo industriale nazionale. Il principio cardine per quanto riguarda gli incentivi alle aziende, infatti, consiste in un rapporto che dovrebbe essere bidirezionale fra Stato e Imprese: sì, quindi, agli aiuti in caso di necessità verso determinati territori o settori, ma, dato che i fondi provengono dalle casse pubbliche, sempre nell’ottica del mantenimento dei livelli occupazionali e della produzione nazionale, con attenti controlli. Giusto porre come criteri premianti la parità di genere e l’assunzione di giovani e disabili, per un lavoro inclusivo e per incidere sull’occupazione delle fasce più fragili della popolazione, altrettanto necessaria l’attenzione sul pieno rispetto della legalità, compresa quella riguardante la salute e la sicurezza sul lavoro, tema centrale nell’agenda sindacale dell’Ugl. Fondamentale anche un efficace contrasto alle delocalizzazioni, aspetto chiave per mantenere l’occupazione in Italia, ma anche il know-how, rendendole incompatibili con gli aiuti di Stato. Su questo fronte è opportuno un monitoraggio stringente perché è inaccettabile che le imprese che utilizzano fondi italiani poi abbandonino il nostro Paese. Importante, infine, la questione relativa alla semplificazione delle procedure amministrative, per fare in modo che le imprese più piccole e meno strutturate – perno della nostra economia e del lavoro italiano – non vengano escluse dal sistema, affinché questo riordino costituisca un passo avanti verso la promozione dell’occupazione, della difesa del sistema produttivo e dell’equità sociale.