Lancio di razzi dal Libano, raid su Beirut
L’indomani dell’intervento del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, il quale ha accusato Israele per gli attacchi avvenuti in Libano negli ultimi giorni tramite l’esplosione di diversi dispositivi elettronici come cercapersone e walkie-talkie (secondo il gruppo libanese il bilancio è salito a 39 vittime), promettendo reazioni, la situazione al confine si inasprisce. Già nella serata di ieri, e ancora nella giornata di oggi, si sono registrati scambi di colpi, con l’attenzione della comunità internazionale che si sposta al confine nord di Israele, nel timore di un’escalation regionale. Media ed esercito israeliano hanno riferito questa mattina di decine di razzi lanciati da Hezbollah in momenti diversi (per un totale di oltre cento razzi), mentre nelle scorse ore le forze di Israele hanno colpito le aree meridionali del Libano – azione che si è poi ripetuta oggi –, prendendo di mira obiettivi strategici. Secondo quanto riportato dalle agenzie internazionali l’Idf ha effettuato un raid alla periferia meridionale di Beirut, roccaforte di Hezbollah (tra le vittime risulta ucciso Ibrahim Aqil, capo della forza Al-Radwan, scrive il Times of Israel). Nel suo discorso di ieri, Nasrallah aveva definito le operazioni di questi giorni una «dichiarazione di guerra», accusando poi Israele di aver «superato tutte le linee rosse». Sulla crisi in corso è intervenuto ieri anche il presidente francese, Emmanuel Macron, in un video diffuso online in cui ha auspicato una soluzione diplomatica e ricordando che «niente, nessuna avventura regionale, nessun interesse privato, nessuna fedeltà ad una causa merita di far scoppiare un conflitto in Libano».