Auto elettrica, in molti preferiscono la retromarcia. Presidenza Ue, «adattare target clima al mercato». «Non si può mettere in pericolo l’industria»
Segnali di forte dissenso verso l’auto elettrica e verso scelte frettolose in merito continuano ad arrivare. Come quella del ministro dei Trasporti e vicepremier, Matteo Salvini, che oggi da Budapest, durante il Consiglio informale dei ministri Ue, ha detto che «è ormai evidente a tutti che il solo elettrico è un fallimento», invocando «più cautela su nuove tasse come l’Etd e l’Ets marittimo» e proponendo di «anticipare la revisione del regolamento sulla Co2, aprendo a biocarburanti e motori endotermici». Non mancano anche i dati, come quelli emersi dalla 5ª edizione dello studio eReadiness di PwC Strategy&: nei primi otto mesi del 2024, l’Europa a 27 ha registrato un andamento delle immatricolazioni delle vetture elettriche (Bev e Phev) in calo rispetto allo stesso periodo del 2023, passando dal 21,4% al 19,2% ed evidenziando velocità differenti tra Paesi. In particolare, l’Italia risulta fanalino di coda con solo il 7,2% di penetrazione di vetture elettriche immatricolate. Per non parlare dell’Aftermarket automobilistico, filiera per il 70% al Nord e composta da quasi 29 mila imprese, prevalentemente a conduzione familiare, operanti nella produzione e nella vendita di ricambi di auto: solo il 5% di esse si sta riconvertendo all’elettrico. Mentre i sindacati da tempo lanciano allarmi sullo stato preoccupante del settore Auto, un marchio prestigioso come Mercedes Benz ha registrato oggi un tonfo alla Borsa di Francoforte (-7,7%), in seguito all’annuncio di una significativa riduzione delle stime finanziarie per l’anno 2024, a causa della crescente incertezza nel mercato automobilistico cinese, trainante per il marchio. Sempre dalla Germania, il ministro dell’Economia ha invitato il gruppo Volkswagen a preservare le sue fabbriche in Germania, visto che due stabilimenti sono a rischio chiusura, promettendo di esaminare come le autorità pubbliche possano rafforzare il loro sostegno al mercato delle auto elettriche. Dallo stesso consiglio informale di Budapest, il ministro dei trasporti ungherese, János Lázár, alla presidenza di turno Ue, ha dichiarato nel corso della conferenza stampa finale che «le politiche energetiche e climatiche non devo mettere in pericolo l’indipendenza dell’industria automobilistica». Più esplicitamente, Non vanno messi «in pericolo i profitti dell’industria» dell’auto.