Fermato un 58enne, indaga l’FBI: «Volevano assassinarlo»
Una prima nota, diffusa ieri dalla campagna di Donald Trump, chiariva immediatamente che l’ex presidente stava bene e che si trovava al sicuro. Con il passare dei minuti si è scoperto che il candidato repubblicano alla presidenza è stato di nuovo vittima di un tentativo di attentato ai suoi danni dopo quello, sventato per un soffio, del 13 luglio durante un comizio a Butler, Pennsylvania. Ora l’FBI sta indagando sull’accaduto, «che sembra essere un tentato omicidio». L’ex presidente, secondo le ricostruzioni, era nel suo Trump International Golf Club a West Palm Beach, Florida, quando un agente del Secret Service si è accorto di un fucile semiautomatico spuntare tra i cespugli a qualche centinaia di metri di distanza. Gli agenti hanno quindi sparato, mettendo in fuga un uomo, poi arrestato poco dopo. Sul posto del tentativo di attentato è stata trovata, tra le altre cose, una telecamera GoPro. Il presunto attentatore si chiama Ryan Wesley Routh, 58 anni, originario del North Carolina, sostenitore dell’Ucraina contro l’invasione russa al punto da aver provato a reclutare volontari all’estero per combattere al fianco dell’esercito di Kiev. Anche stavolta gli interrogativi riguardano su come sia stato possibile che Trump abbia corso il rischio di un possibile attentato e sulla violenza politica negli Stati Uniti. La Casa Bianca e la vicepresidente Kamala Harris hanno condannato il gesto. «Nulla mi rallenterà, non mi arrenderò mai», ha invece commentato Trump.