Obiettivo emissioni zero? Qualche rallentamento. L’ha evidenziato il Governatore della Banca d’Italia. Per il capo del Mef, la transizione energetica deve essere
Dalla conferenza G7-IEA sulla transizione energetica, destano non poco interesse le parole del Governatore della Banca d’Italia. Per Fabio Panetta, infatti, «dopo i passi importanti compiuti in seguito all’accordo di Parigi 2050, ora assistiamo al malcontento nei confronti della transizione energetica»; cioè verso l’obiettivo emissioni zero. Un malcontento non solo a parole: «I flussi di capitale verso i fondi d’investimento sostenibili stanno perdendo slancio – sostiene Panetta – e in alcuni Paesi si stanno riducendo a causa di contraccolpi politici contro le iniziative per il clima». Al punto che, «le aziende produttrici di energia rinnovabile stanno affrontando crescenti difficoltà finanziarie. Alcuni grandi investitori stanno diminuendo il loro coinvolgimento negli sforzi globali per il clima». Se da una parte, infatti, i periti industriali, dall’Hydrogen Expo, chiedono di «sviluppare la filiera dell’idrogeno e le Cer (le Comunità Energetiche, ndr) per sostenere al meglio la transizione ecologica nel nostro Paese», chiedendo quindi maggiori certezze, dall’altra nei Paesi emergenti i problemi sono due: il reperimento dei capitali affatto facile e per la filiera batterie ioni litio il rischio di violazioni dei diritti umani. Ma non mancano alcuni segnali incoraggianti: «Gli investimenti globali nell’energia pulita sono ora il doppio – sottolinea Panetta – rispetto a quelli nei combustibili fossili», così come «i principali produttori di emissioni globali, come la Cina, stanno facendo progressi straordinari nel campo delle energie rinnovabili, raggiungendo gli obiettivi nell’eolico e nel solare molto prima del previsto». La transizione, pur «inevitabile» sottolinea Panetta, deve però essere governata. Così, per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, occorre «assicurare una transizione energetica giusta e ordinata». Una sfida «del nostro tempo», «non soltanto tecnologica, ma anche sociale ed economica», auspicando che «le fatiche non siano sproporzionate verso certi settori produttivi» e che i benefici siano «condivisi». Preoccupazione confermata indirettamente anche da Panetta, il quale non ha mancato di sottolineare nel suo intervento che «i costi di questo processo saranno difficili da sostenere, in particolare per le aziende ad alta intensità energetica e le famiglie vulnerabili».