Le donne, più brave degli uomini nello studio, penalizzate nel mondo del lavoro

L’Italia investe il 4% del Prodotto interno lordo nell’istruzione, meno rispetto alla media dei Paesi raccolti nell’area Ocse, che raggiunge il 4,9%. Lo rende noto il rapporto “Education at a Glance 2024”, curato dall’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico, sottolineando che il dato italiano è rimasto stabile negli ultimi anni. Dal report emergono diverse criticità, alcune investono anche il mondo del lavoro. Le donne, pur avendo performance migliori nello studio rispetto ai colleghi uomini, hanno maggiori difficoltà nel trovare un impiego e, dopo l’assunzione, percepiscono una retribuzione molto più bassa rispetto ai colleghi uomini, anche se in possesso di una laurea. In Italia le laureate guadagnano mediamente il 58% in meno del salario lordo dei loro coetanei maschi. Si tratta del gender pay gap più ampio tra i Paesi Ocse, il cui delta medio è dell’83%. L’elenco dei problemi include anche livelli significativi di disuguaglianza tra studenti, legati a fattori socioeconomici – il 64% degli studenti provenienti da famiglie più svantaggiate ottiene risultati inferiori rispetto alla media Ocse; soltanto il 10% dei figli di genitori con il solo diploma di terza media riesce a ottenere la laurea e il 37% non arriva nemmeno alla maturità –, e la dispersione tra i giovani dai 25 ai 34 anni, pari al 20% contro il 14% degli altri Paesi.