La decisione è su base volontaria; attese anche 350mila assunzioni entro il 2025

La proposta era nell’aria da tempo, tanto è vero che se ne era parlato pure con i precedenti governi. Ora, però, potrebbe tradursi in un atto legislativo all’interno della prossima legge di bilancio. Il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha anticipato l’idea di permettere ai dipendenti pubblici di rimanere a lavoro fino a 70 anni di età. A differenza del settore privato, dove vi è una maggiore flessibilità, nel settore pubblico si registra, da sempre, una maggiore rigidità, principalmente per ragioni connesse alla stabilità dei conti. Ciò, però, negli anni, ha causato delle inefficienze, soprattutto per la difficoltà a trovare determinate professionalità, principalmente negli enti locali e nella sanità. Il problema, già presente in passato, si è ulteriormente accentuato quando è stato introdotto il divieto di utilizzare i neo pensionati con contratti di consulenza. Tutto ciò, come evidenziato in primis dalla Ugl già in occasione della passata legge di bilancio, sta avendo ripercussioni molto preoccupanti sul versante dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sempre il ministro Zangrillo, comunque, ha voluto rassicurare sul fatto che la permanenza a lavoro avverrà su base volontaria e che tale operazione con avrà effetti sulle assunzioni programmate. Entro il 2025, dovrebbero essere assunti 350mila giovani, dopo i 173mila giovani già assunti nel 2023.