Lo rivela l’Outlook Salute Italia realizzato da Deloitte

Nel 2023 il 29% di un campione, interpellato dalla Deloitte per la stesura della quarta edizione dell’Outlook Salute Italia, ha rinunciato a delle cure negli ultimi 12 mesi, una percentuale in calo del 3% rispetto allo scorso anno. Cresce, però, la quota di quanti hanno rinunciato per motivi economici, pari al 69%. Tra coloro che dichiarano di essere stati spinti ad una rinuncia, quattro su 10 lamentano liste d’attesa eccessivamente lunghe. Secondo il rapporto, il ruolo del Sistema sanitario nazionale rimane comunque centrale, restando la prima opzione per le attività di prevenzione (49%). «La fotografia che emerge dalla ricerca restituisce l’immagine di un Paese, che secondo gli italiani necessita di potenziare alcuni aspetti ritenuti critici e valorizzare l’innovazione dell’ecosistema sanitario, attraverso un uso consapevole di strumenti digitali», ha detto il partner di Deloitte Italia e Government & Public Services Industry Leader, Guido Borsani, commentando i risultati raccolti nel report. Secondo il quale, inoltre, rispetto al 2019, sono crollati gli accessi verso i medici di medicina generale, dal 64% al 50%, e si è registrata una diminuzione della domanda di indagini strumentali e cure odontoiatriche. In crescita la percentuale di quanti hanno dichiarato di aver prenotato una visita online (54%), di chi ha ricevuto un referto tramite canali digitali (58%) e di chi ha utilizzato piattaforme per raccogliere informazioni o scegliere un professionista a cui rivolgersi (38%). Le differenti disponibilità economiche si riflettono anche in altri ambiti, come nelle prestazioni specialistiche e nelle attività di prevenzione. Nel primo caso, ne usufruisce il 72% dei rispondenti con reddito alto rispetto al 68% nella fascia di reddito più basso; nel secondo il gap aumenta con un 60% versus 39%.