L’intervento in videocollegamento del presidente della Repubblica per l’apertura del forum Ambrosetti di Cernobbio
«L’Europa è incompiuta, è un progetto in divenire». A dirlo è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in videocollegamento per l’apertura del forum Ambrosetti di Cernobbio. «Molta strada resta da fare per dare razionalità a un mercato dei titoli pubblici che tenga conto anche della situazione della ricchezza delle famiglie». «Una domanda semplice – ha proseguito il capo dello Stato –: il vincolo esterno, o, piuttosto, interno, come sarebbe corretto dire, trattandosi di una scelta operata da una comunità nell’ambito di canoni di cui si è liberamente dotata, deriva dalle regole o dal debito? Non è, quest’ultimo, il vincolo che concerne i paesi indebitati? Merita una riflessione che interpella in particolare la situazione debitoria dei paesi dell’Unione e sollecita a mettere a sistema in termini fiscali ed economici quanto oggi appare affidato alla sola Banca centrale europea. Il tema non è puramente finanziario, bensì costituisce una grande questione civile, sociale e persino democratica, intersecando questioni come quelle della libertà economica, dell’eguaglianza dei cittadini, delle politiche che assicurano l’esercizio dei diritti di questi ultimi, della credibilità internazionale di uno Stato». «Il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un paese – ha quindi aggiunto Mattarella – può rivelarsi, come appare da questo esempio, quanto meno opinabile. Una dimensione europea potrebbe restituire verità. Attenzione, il mio non è un invito a trascurare il debito: sono pienamente consapevole dell’esigenza ineludibile di abbatterlo. Si tratta di un invito a procedere su una strada che assuma con precisione i fondamentali dell’economia come criterio e, inoltre, di un invito a completare l’edificio finanziario europeo in maniera più rassicurante per tutti, ponendovi mano sollecitamente». Poco prima, al riguardo, Mattarella aveva ricordato «recenti studi» che «hanno evidenziato come, nel 2023, a fronte di un debito accumulato dall’Italia per circa 2.863 miliardi di euro, e a un ammontare dei debiti di Francia e Germania che, sommati, valgono quasi il doppio, il nostro paese ha pagato in interessi poco meno di quanto ne abbiano pagati insieme Germania e Francia. Il motivo, com’è noto, è il diverso tasso di interesse. Eppure l’Italia è un debitore onorabile, con una storia trentennale di avanzi statali primari annui, con un debito pubblico cresciuto in larga misura, dal 1992, principalmente a causa proprio degli interessi». Ad ogni modo secondo il presidente della Repubblica, «non bisogna avere paura delle riforme, di guardare avanti, di immaginare un’Europa sempre più perfezionata nella sua architettura».