Primi sette mesi fra i peggiori degli ultimi anni anche per le malattie professionali
Numeri drammatici, quelli che arrivano dall’Inail in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, tema che resta evidentemente centrale nel nostro Paese. Non a caso, praticamente ogni giorno i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Landini, Sbarra, Bombardieri e Capone, intervengono sulla questione, sollecitando un ulteriore rafforzamento delle misure di contrasto all’insicurezza del lavoro. Nei primi sette mesi dell’anno, le denunce di infortunio presentate all’Inail sono state poco meno di 351mila, a fronte delle quasi 345mila dello stesso periodo dello scorso anno. In termini percentuali, l’incremento è dell’1,7%. Soprattutto, però, si registra un ulteriore incremento anche rispetto al 2019, con un aumento del 7,4%. Le denunce di infortunio mortale sono state, sempre nello stesso periodo, 577; anche in questo caso, purtroppo, si evidenzia un aumento: 18 casi in più rispetto al 2023, mentre sono 22 in meno con riferimento al 2019. In attesa del dato consolidato, che arriverà soltanto al termine dell’iter procedurale interno all’Inail, occorre però evidenziare l’impatto che deriva dagli infortuni in itinere. Nel caso degli infortuni plurimi, quelli che più decessi insieme, su cinque accadimenti, quattro sono in itinere. Nei primi sette dell’anno, sono in crescita anche le denunce di malattia professionale: ne sono state presentate oltre 10mila in più, per un totale superiore a 54mila unità.