In calo spettatori e ascolti, i giocatori rifiutano e ora si cercano investitori europei

Da minaccia a pozzo dove poter accingere. Il campionato saudita ha perso appeal e proprio per questo gli investitori occidentali sono stati invitati ad acquistare i 18 club della Saudi Pro League. Questo è l’obiettivo dello Sport Europe Roadshow, organizzato dai ministri sauditi dell’Investimento e dello Sport. Dopo aver speso centinaia di milioni in Europa per attrarre campioni, ora il regno saudita cerca di ottenere capitali, soprattutto competenze dal mondo del calcio europeo, con l’obiettivo di rivitalizzare un campionato che a distanza di un anno sta perdendo interesse da parte di pubblico, emittenti televisive e giocatori. L’attuale struttura della Saudi Pro League, con il fondo sovrano PIF proprietario delle quattro principali squadre, ha creato squilibri –  l’Al-Hilal ha vinto 34 partite consecutive –, inoltre gli ascolti a livello internazionale sono bassissimi, gli stadi sono parzialmente vuoti, gli sponsor stanno abbandonando e i campioni iniziano a rifiutare i trasferimenti, temendo di sprecare anni in un campionato in cui tutte le squadre rispondono allo stesso proprietario. Fino a martedì, i maggiori esponenti del calcio saudita, Khalid al Falih e Bader al Kadi incontreranno manager di club europei e gestori di fondi in diverse città europee. Insomma, nemmeno le stelle del calcio come Cristiano Ronaldo, Benzema e Neymar sono riuscite a generare interesse per un campionato che, per la stagione 2023/24, dichiarava ricavi complessivi di 1,8 miliardi di Riyal sauditi (circa 444,5 milioni di euro), una cifra di poco superiore al fatturato della sola Juventus, ma con spese molto superiori e mai rese note.