Sull’assegno unico: «Il governo lo sta difendendo». Poi assicura che l’obiettivo è continuare a sostenere imprese e famiglie

Con la manovra che entra nel vivo («Nel sostegno alle imprese che assumono e per rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori»), il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si dice comunque confortata dai dati macroeconomici. «Noi siamo stati abituati per molti anni – ha sottolineato ieri a “4 di Sera”, su Rete 4 – a un’Italia che era sempre un po’ fanalino di coda nelle classifiche europee e macroeconomiche. Non è più questa la situazione oggi: noi vediamo un’Italia che cresce, secondo le stime della Commissione europea, più di quanto cresca l’Eurozona, più della Francia e più della Germania». Riguardo le pensioni minime, ha assicurato il premier, «è una delle nostre priorità. In questi due anni noi abbiamo lavorato per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita, ma abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo. L’abbiamo fatto facendo crescere di meno le pensioni che erano molto alte, un’opera secondo me equa, che continueremo a fare perché sicuramente queste persone sono quelle che hanno maggiore bisogno di aiuto da parte dello Stato». Altro nodo, dopo le notizie degli ultimi giorni, è quello legato all’assegno unico. «Non solo io non ho alcuna intenzione di abolirlo – è stata la sua precisazione –, tutt’altro, il governo lo sta difendendo. Noi l’abbiamo aumentato, tre miliardi in più sull’assegno unico in questi anni, riguarda sei milioni di famiglie. Che cosa accade adesso? La Commissione europea ci apre una procedura di infrazione perché dice che noi dobbiamo dare l’assegno unico anche a tutti gli immigrati in Italia, anche quando hanno figli che sono residenti all’estero. Questa previsione – osserva dunque Meloni –, insieme a una serie di altre cose che chiede la Commissione europea, rischia di rendere l’assegno unico insostenibile».