Il ministro degli Esteri ha anche precisato che «l’uso delle armi italiane può avvenire solo all’interno dell’Ucraina»
Diritto alla cittadinanza e guerra in Ucraina. Sono alcuni degli argomenti affrontati dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo a Bruxelles, dove ha preso parte al Consiglio Affari Esteri. «Parleremo della concessione della cittadinanza alla riapertura dei lavori parlamentari, credo che si potrà lavorare per presentare una proposta di legge che corregga alcune cose», ha assicurato il vice presidente del Consiglio, affrontando un tema che nei giorni scorsi aveva animato il dibattito politico, accendendo un confronto all’interno della maggioranza. «Intanto la possibilità di dare la cittadinanza ai giovani che abbiano completato il corso di studi con successo, e ribadisco con successo, e dunque siano culturalmente italiani, regola peraltro più giusta e più severa di oggi che favorirà l’integrazione», ha aggiunto il leader di Forza Italia, spiegando anche che «l’altro aspetto è rivedere la concessione della cittadinanza per Ius Sanguinis: a volte si cerca la cittadinanza per avere un passaporto italiano e comunitario per interesse e non per interesse ad essere italiani». Poi anche una precisazione sul sostegno italiano alla resistenza ucraina, che fin dall’inizio dell’invasione russa su larga scala s’è concretizzato attraverso aiuti economici e militari. Quest’ultimi non possono essere usati per colpire obiettivi russi in territorio russo: «Ogni Paese decide per sé, per quanto ci riguarda l’uso delle armi italiane può avvenire solo all’interno dell’Ucraina», ha specificato Tajani, respingendo così l’invito dell’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, a revocare le restrizioni nell’utilizzo delle armi concesse a Kiev (si veda la pagina di Esteri).