In vista della scadenza degli ammortizzatori sociali, si studiano le soluzioni

Le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Usb e le stesse associazioni professionali del settore tornano ad accendere un faro sulla situazione molto precaria che riguarda 2.245 ex dipendenti Alitalia e Alitalia City Liner, attualmente in cassa integrazione. Anticipando i tempi, le sigle sindacali hanno voluto richiamare, per l’ennesima volta, le istituzioni circa il rischio di dispendere un patrimonio professionali di alto valore che, viceversa, potrebbe essere molto utile in questa fase caratterizzata da un significativo rilancio del vettore nazionale Ita Airways. Dopo i vari passaggi che hanno portato la sostanziale dismissione di Alitalia, i 2.245 dipendenti sono rimasti in una sorta di limbo, con il solo sostegno degli ammortizzatori sociali e con poche speranze di reinserimento nel mondo del lavoro. Per effetto delle proroghe accordate, gli ammortizzatori sociali sono, al momento, garantiti soltanto fino a novembre, quando, in assenza di proroghe, scatteranno i licenziamenti collettivi con il passaggio di status per questi lavoratori che si troverebbero a percepire la Naspi. Le strade, a questo punto, sembrerebbero essere due, con la prima che porta ad una ulteriore proroga della cassa integrazione straordinaria. L’alternativa è quella di favorire la riassunzione del personale in Ita Airways, nell’ambito del progetto di crescita avviato con la tedesca Lufthansa.