di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Manca meno di un mese alla presentazione del piano strutturale di bilancio a medio termine. Mentre la maggioranza di governo sta discutendo in merito alle misure, come è ovvio che sia, l’UGL ha continuato, anche durante la pausa estiva, a indirizzare l’attenzione dell’esecutivo su una serie di priorità a tutela dei lavoratori, del potere d’acquisto e delle fasce socialmente più deboli.
Il tempo è tiranno: entro il 20 settembre il governo deve presentare il suddetto piano, nuovo strumento dei Paesi Ue che per i prossimi anni guida il percorso dei conti pubblici e fornisce il perimetro entro il quale operare per ridurre il deficit eccessivo. È sulla base di quest’ultimo documento che si costruirà, infatti, la prossima legge di bilancio, sulla quale, appunto, incombe la procedura per disavanzo eccessivo a carico di Italia, Francia e altri 5 Paesi. Nel merito, non da oggi, il Mef sta facendo le opportune riflessioni ed è per questo che, come sindacato, stiamo insistendo su quei punti e quelle misure per noi più sensibili.
A cominciare dalla nuova proposta di riforma delle pensioni, volta a rispondere alla rigidità in uscita imposta dalla Legge Fornero, attraverso l’introduzione di Quota 41 in formato più leggero, che per noi dell’UGL va nella direzione auspicata, in quanto resta, così, un provvedimento su base volontaria, dando l’opportunità al lavoratore di salvaguardare la qualità della vita a fronte di un ricalcolo dell’assegno pensionistico su base interamente contributiva. Favorire la possibilità di scelta del singolo, agevolando la flessibilità in uscita, significa anche incentivare il turnover generazionale e promuovere l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. E, a proposito di giovani, altrettanto prioritario è il tema delle pensioni di garanzia per gli stessi i quali, a causa di lavori precari e contribuzioni saltuarie, avranno difficoltà a conseguire i requisiti previdenziali.
L’UGL, quindi, auspica un confronto con il governo, confronto che, data la tempistica piuttosto stringente e le tensioni che si addensano intorno e all’interno del piano strutturale di bilancio, è necessario avviare al più presto, partendo dal rafforzamento dell’adesione ai fondi previdenziali, verificando l’ipotesi di obbligatorietà del versamento di una quota del Tfr, pari al 25%, affinché l’ammontare dell’assegno pensionistico abbia la possibilità di risultare più cospicuo.
L’UGL, al contempo, ritiene auspicabile un accesso facilitato alla contribuzione volontaria nelle casse dell’Inps, introducendo una detassazione dei versamenti.
Ecco perché riteniamo fondamentale riaprire il tavolo di confronto fra Governo e parti sociali per discutere di una riforma strutturale del sistema previdenziale che punti a rafforzare i diritti dei lavoratori a tutela della coesione sociale e della stabilità del Paese.