E quanto emerge da uno studio del Joint Research Centre Ue
Secondo uno studio condotto dal Joint Research Centre presso la Commissione Europea e pubblicato sulla rivista Lancet Public Health, entro il 2100 i decessi provocati dal caldo, qualora dovesseto continuare le attuali politiche climatiche, potrebbero triplicare, soprattutto nei paesi più a sud del continente. Al contrario, gli studiosi stimano una diminuzione dei decessi legati al freddo. «La nostra analisi – ha spiegato Juan-Carlod Ciscar, tra gli autori dello studio – rivela che il rapporto tra morti per freddo e caldo cambierà drasticamente nel corso di questo secolo, con quelle attribuite al caldo in aumento in tutte le parti d’Europa e in aumento in alcune aree. Allo stesso tempo, le morti legate al freddo diminuiranno leggermente nel complesso. Il nostro studio esamina più di mille regioni in trenta paesi, consentendo l’identificazione di hotspot in cui le persone saranno maggiormente colpite in futuro». Ad oggi, secondo i numeri contenuti nel report, le temperature, calde o fredde che siano, provocano ofni anno oltre 407 mila morti, di cui poco meno di 364 mila per via del freddo e quasi 44 mila per il caldo, con un rapporto di circa otto a uno. Nel dettaglio le morti causate da temperature troppo elevate passano da un minimo di 0,6 decessi ogni centomila abitanti dei Paesi del nord ai 47 decessi delle aree intorno al Mar Mediterraneo. In ogni caso, la maggior parte dei decessi vede coinvolte persone con più di 85 anni di età.