L’analisi di Confartigianato: non si trovano 362 mila lavoratori
Secondo Confartigianato, la transizione digitale delle imprese italiane rischia di rallentare a causa della crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. È quanto si legge, infatti, nellultima analisi dell’associazione di categoria, in cui l’ufficio studi parla della necessità delle omprese italiane di assumere 699mila lavoratori con competenze digitali avanzate 4.0, che però per più della metà non si riescono a trovare. «Si tratta di 362mila lavoratori che devono essere capaci di gestire tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’Industrial Internet of Things (IoT), la data analytics, i big data, la realtà virtuale e aumentata e la blockchain», spiega Confartigianato, sottolineando che il quadro è ancora più critico se si considerano le imprese di più esigua dimesnione (micro e piccole), dove il 55% delle posizione richiede competenze digitali quasi impossibili da trovare. Osservando la dinamica a livello territoriale, il Trentino Alto Adige è la regione dove la quota di figure professionali specializzate introvabili è più elevata, con il 65,8%. Seguono il il Friuli-Venezia Giulia (7.350 le figure professionali introvabili, pari al 62,6% del totale richiesto dalle imprese della regione), l’Umbria (3.750, pari al 60,3%), le Marche (9.030, pari al 57,1%), il Veneto (31.720, pari al 56,3%) e l’Emilia-Romagna (29.760, pari al 55,8%). Quote al di sopra della media nazionale anche in Toscana (54%), Liguria (53,1%), Piemonte (53%), Lombardia (80.250, (52,3%) e Abruzzo (52%).