Molto dipende dalle risorse effettivamente disponibili; spinta per la Complementare

Soltanto nelle prossime settimane, magari dopo anche dopo il vertice di fine mese fra la premier Giorgia Meloni e i suoi due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani, si avrà un quadro più chiaro delle misure che saranno messe in campo sul versante delle pensioni. Tanto dipende dalle risorse effettivamente disponibili in fase di legge di bilancio, una incognita che riguarda tante altre misure, ad iniziare dalla conferma del taglio del cuneo contributivo e dall’ipotesi avanzata dal vice ministro Maurizio Leo di estendere le agevolazioni fiscali fino alla soglia dei 60mila euro. A dicembre, andranno a scadenza gli strumenti straordinari che, finora, hanno permesso una uscita anticipata rispetto alle previsioni della riforma Fornero. Parliamo, nello specifico, di Ape sociale, Opzione donna e Quota 103. Tali strumenti potrebbero essere recuperati in un meccanismo simile, di cui si era già parlato un anno fa durante i tavoli tecnici al ministero del lavoro con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e delle associazioni datoriali. Questo nuovo strumento dovrebbe poggiare su alcuni pilastri, dalla anzianità contributiva al tipo di attività professionale svolta, passando per le condizioni psicofisiche personali o dell’evento congiunto assistito. Resta sempre in campo l’ipotesi di Quota 41, ma con il calcolo interamente con il sistema contributivo; a conti fatti, la penalizzazione sarebbe maggiore nei primi anni.