di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL
Oggi, sul Sole 24 Ore, un resoconto degli esiti della ricerca di Srm, centro studi di Intesa Sanpaolo, “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno” attesta che la congiuntura economica del Sud si conferma positiva. La crescita del Pil, dell’1%, e l’aumento dell’occupazione sono certamente segnali incoraggianti ed i dati mostrano come l’economia del Mezzogiorno stia iniziando finalmente a convergere con quella nazionale, dopo anni di divario economico. L’aumento dell’occupazione del 3,1% rispetto al 2,1% nazionale è un segnale importante che deve essere valorizzato. Allo stesso modo la crescita delle Pmi innovative è un altro aspetto positivo che può portare a una maggiore competitività e a nuove opportunità di lavoro. L’Ugl sostiene fortemente l’innovazione come motore di sviluppo economico, purché questa si accompagni a politiche che garantiscano la tutela dei lavoratori e la qualità del lavoro. Dal punto di vista del nostro sindacato, infatti, è fondamentale che la crescita dell’occupazione, dato di per sé molto positivo, sia parallela alla qualità del lavoro e che i nuovi posti di lavoro siano stabili e ben retribuiti. La vera sfida quindi consiste nel proseguire con la crescita economica ed occupazionale, facendo in modo che la prima sia solida e proiettata verso il futuro e la seconda sia inclusiva e socialmente sostenibile. Anche da questo studio emerge l’importanza della digitalizzazione e, se la modernizzazione delle imprese deve essere un aspetto centrale nelle politiche di sviluppo, è necessario, parallelamente, un impegno significativo sulla formazione continua dei lavoratori per garantire che tutti, comprese le persone ora ai margini del mondo del lavoro, possano adattarsi alle nuove esigenze del sistema produttivo. Infine la questione Pnrr: l’uso efficace delle risorse della nuova programmazione europea e dei fondi del Pnrr è cruciale. Affinché queste risorse, ingenti e che bisogna spendere oculatamente, siano concretamente utili allo sviluppo economico e quindi sociale del Mezzogiorno, per prima cosa è fondamentale una gestione trasparente e responsabile, così come è decisivo che i fondi europei siano utilizzati per rafforzare il tessuto produttivo migliorando le infrastrutture, vero vulnus del nostro Sud, senza dimenticare l’importanza di una governance partecipativa che coinvolga le parti sociali. Ottime notizie, quindi, i segnali di crescita economica nel Sud Italia, ma bisogna comunque tenere alta l’attenzione, perché la strada per colmare il gap con il resto del Paese è ancora lunga e deve essere accompagnata da politiche che garantiscano lavoro di qualità, protezione sociale, sviluppo sostenibile, un sistema produttivo moderno e stabile, infrastrutture di livello europeo. Solo in questo modo sarà possibile costruire un futuro prospero e giusto per tutti i cittadini del Mezzogiorno e, quindi, per tutto il Paese.