Uno studio sostiene che potrebbero essere 75 mila (contro i 17 mila registrati dall’Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute)
I casi di Covid-19, scovati e registrati nell’ultimo monitoraggio dell’Iss, l’Istituto superiore di Sanità, e del ministero della Salute, sono probabilmente sottostimati. Lo sostiene uno studio pubblicato sul portale di “Epidemiologia e Prevenzione”, la rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia. A realizzarlo sono stati Cesare Cislaghi, epidemiologo, Maria Teresa Giraudo, matematica, e Manuele Falcone, data scientist. Dall’analisi emerge che i casi potrebbero essere circa 75 mila, un numero di gran lunga superiore a quello ufficiale, fermo a quota 17 mila. Secondo gli autori, c’è un’incongruenza tra il numero di posti letto in ospedale occupati da pazienti con Covid e il numero complessivo di casi registrati. Considerando il periodo in cui era obbligatorio il Green Pass, uno strumento che ha consentito stime piuttosto affidabili sulla diffusione del virus, il rapporto tra nuovi casi giornalieri e posti letto occupati era di oltre di 6 a 1. Attualmente è invece pari a 1,4 a 1. «Se le giornate di ricovero aumentano rispetto ai casi, cosa può essere successo? Sembra potersi escludere un aggravamento della malattia», scrivono i ricercatori, secondo i quali «non resta allora che l’ipotesi di minori diagnosi e/o minori notifiche dei nuovi contagi che non danno luogo a ricovero».