L’ultimo rapporto conferma la tendenza: il 10% dei lavoratori non è italiano
I lavoratori stranieri nel nostro Paese rappresentano poco più del 10% del totale degli occupati: sono infatti poco meno di 2,4 milioni su un totale di 23 milioni e 579mila unità, con una forte predominanza di cittadini extracomunitari (un milione e 659mila, circa il 70%) rispetto ai comunitari (714mila). Se consideriamo che i cittadini stranieri regolarmente residenti nel nostro Paese sono 5,3 milioni, in crescita di 166mila unità, ne deriva che il 43,4% della platea è occupato. Sono questi i principali dati che emergono dall’ultima edizione del rapporto curato ora dal ministero del lavoro, Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia. Il 2023 si è chiuso con le attivazioni di nuovi contratti di lavoro in crescita del 4,7% rispetto all’anno precedente. Si tratta di una tendenza in crescita confermata anche dal fatto che sono stati quasi 415mila i datori di lavoro che hanno assunto almeno un cittadino straniero. Guardando alle diverse comunità, quella romena rimane nettamente la più presente, con un milione di presenze. Più dietro, praticamente sulla stessa linea (415mila unità) le comunità albanese e marocchina. L’occupazione cresce, in valori percentuali, nei servizi di informazione e comunicazione e nel settore alberghiero e della ristorazione, mentre si riduce in agricoltura e nelle costruzioni, due settori tradizionalmente a forte occupazione di cittadini stranieri, insieme ai servizi alla persona.