Tokyo in picchiata. Pesano lo spettro recessione Usa e la tensione in Medio Oriente

I venti di guerra che si agitano tra Israele e Iran hanno conseguenze importanti anche dal punto di vista economico e si sommano ai timori derivanti dal rischio recessione negli Usa, a seguito dei dati negativi sull’occupazione statunitense. Oggi, infatti, le borse di tutto il mondo hanno subito bruschi crolli. In crisi soprattutto il settore delle Big Tech, forte battuta d’arresto anche per il mercato delle criptovalute. In particolare, giornata nera per la borsa di Tokyo, nella quale si è registrata la peggior flessione di sempre dal “Black monday” del 19 ottobre 1987, con un -12,4%, il ritiro di molti investitori stranieri ed un forte apprezzamento dello Yen. Apertura negativa anche per diverse altre borse asiatiche, come quella di Seul e di Singapore, con un 4%. Reggono, invece, Hong Kong, Shanghai e Shenzhen. Il clima di nervosismo ha contagiato anche i mercati azionari europei, che, dopo una settimana negativa, restano ancora deboli: i peggiori risultati quelli di Milano – i peggiori ribassi quelli dei titoli bancari – e di Amsterdam, con una perdita di circa il 3%,  poi Madrid (-2,7%), Francoforte (-2,4%), Parigi (-2,11%) e Londra (-1,9%). A Tel Aviv, dove la borsa è aperta la domenica, mentre sono giorni di chiusura il venerdì e il sabato, già da ieri le azioni israeliane sono crollate. Tonfo a Wall Street: il Dow Jones a -2,76%, il Nasdaq a -6,05%, S&P 500 a -4,16%,  sono in calo i titoli delle Big Tech, mentre è ai massimi l’indice Vix, il cosiddetto “indice della paura”, mai così alto dai tempi della pandemia. Per affrontare la situazione si attende un taglio dei tassi di interesse più consistente da parte della Federal Reserve per il prossimo settembre, mentre in Europa da questo punto di vista non c’è ancora nulla di certo: anche la Bce dovrebbe procedere verso un taglio, ma sarà eventualmente annunciato non prima del 12 settembre.