di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

La proposta di un contributo di solidarietà sugli extraprofitti delle banche, delle compagnie assicurative e delle grandi aziende energetiche e del lusso, ma più in generale di tutte quelle imprese che hanno maturato utili in abbondanza nonostante il periodo di crisi economica, rappresenta una misura da valutare attentamente per i suoi potenziali benefici sociali, dato che avrebbe l’obiettivo di raccogliere risorse da distribuire secondo un principio di giustizia sociale capace di rafforzare la coesione del Paese. Nonostante le difficoltà che si sono verificate nel recente passato di fronte a proposte simili, questa iniziativa, promossa dalla premier Giorgia Meloni, merita una valutazione attenta per i suoi potenziali benefici economico-sociali, ma anche per il suo contenuto valoriale. Un contributo di solidarietà, sebbene temuto dai mercati finanziari, potrebbe rappresentare, infatti, da un lato un passo significativo verso una redistribuzione più equa della ricchezza e dimostrare, dall’altro, un concreto impegno collettivo nel sostenere i cittadini più vulnerabili, dando senso al concetto stesso di comunità nazionale. Le resistenze incontrate dal mondo del credito e della grande impresa sono comprensibili e sicuramente mostrano la necessità di una progettazione accurata della normativa, per evitare contraccolpi dannosi per il sistema Paese, tuttavia la misura, se attuata con cura, potrebbe avere un impatto molto positivo, soprattutto se sostenuta da un ampio consenso politico. Questa specifica questione richiama, ampliando lo sguardo, un valore in cui l’Ugl crede fermamente, quello del primato della politica sull’economia. Propone, al di là del singolo intervento, di riaffermare una scala valoriale in base alla quale il fine ultimo è la dimensione politico-sociale, della quale l’economia è un mezzo, senz’altro fondamentale, ma non un fine. Ovvero quel modello sociale europeo, basato sulla libertà economica, ma anche sul welfare state, che negli ultimi decenni è stato in parte trascurato e che invece è elemento essenziale della nostra identità. Per riaffermare questo principio con efficacia sarebbe, se non necessario, senz’altro opportuno un ampio consenso politico, indipendentemente dagli schieramenti. Anche cogliendo questa “opportunità” per dimostrare che la politica tutta può essere effettivamente al servizio della società, promuovendo l’equità e la solidarietà in un momento nel quale ciò è particolarmente necessario. L’auspicio quindi è che, in nome della giustizia e della solidarietà sociale, si riescano a superare le contrapposizioni puramente partitiche, che, purtroppo, tante volte impoveriscono ed abbassano il valore propositivo del dibattito politico e, al contrario, si lavori insieme, da destra a sinistra, a sostegno di questa iniziativa, per conferirle una forza maggiore.