Il centrodestra vuole nel frattempo sciogliere il nodo delle nomine Rai, presto un confronto tra i leader di maggioranza
«Io penso che in Italia la libertà di stampa sia assolutamente garantita. È una polemica molto costruita, è una cosa che francamente non vedo». A dirlo è stato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a margine di un’inaugurazione agli Uffizi. Lo scambio tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen sulle critiche rivolte al nostro paese nella Relazione della Commissione sullo stato di diritto dell’UE, in particolare sulla libertà di informazione e sulla situazione del servizio pubblico radiotelevisivo, è diventato, di fatto, l’argomento politico degli ultimi giorni. Un tema su cui, in generale, le polemiche non sono nuove, anche se spesso corrono il rischio di subire interpretazioni di parte. «Mi pare che la libertà di stampa nel nostro paese non sia assolutamente violata, perché in Italia ognuno dice quello che vuole», ha affermato al riguardo qualche giorno fa il leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sottolineando come non vada «strumentalizzata ogni volta politicamente la posizione della Rai», visto che tutte «le forze politiche e le forze di governo hanno ampio spazio in tutti i telegiornali e trasmissioni». Intanto, però, proprio la Rai è uno dei nodi su cui la maggioranza di centrodestra vuole fare quadrato e chiudere quanto prima la “partita” delle nomine. Soltanto nelle scorse ore, il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, all’Ansa rispondeva che «quello della Rai non è il primo dossier che ho sul tavolo, tra siccità, treni, porti, aeroporti e ponti. Sono però laico anch’io, come la Meloni». Il riferimento era alle parole del presidente del Consiglio che da Pechino – Giorgia Meloni sta concludendo la sua missione in Cina, ultima tappa a Shanghai, poi giovedì farà scalo a Parigi per i Giochi olimpici – si era detta appunto «laica» sulla riforma della governance Rai, specificando inoltre che sulle nomine «bisognerà procedere perché si è dimessa anche la presidente, quindi è sicuramente una cosa della quale dobbiamo occuparci nelle prossime settimane». Ecco, allora, secondo quanto riferiscono oggi diversi media, che al rientro di Meloni in Italia potrebbe tenersi a breve un vertice di maggioranza (una data certa, tuttavia, ancora non c’è) per arrivare ad un accordo. I tempi sono comunque stretti, in vista della pausa estiva che tra non molto interesserà anche il Parlamento.