Energia, all’Italia continua a costare troppo
Sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi è stato pubblicato l’esito di uno studio che porta la firma dell’Associazione Reseller e Trader dell’energia che a giugno 2024 ha rilevato quanto segue: i tedeschi pagano l’energia il 29% in meno degli italiani, i francesi il 64%, gli spagnoli il 46%.
Ciò nonostante si sia riusciti a superare, anche se non del tutto, il caro energia provocato dall’invasione russa dell’Ucraina e sia stato, più o meno raggiunto, l’obiettivo di emancipazione dal gas russo. L’eventualità di un blocco energetico è ormai sventato. Ma a che prezzo? Molto alto per noi italiani. D’altronde, da sempre in Italia la produzione di energia è un punto debole, oltre al fatto che sia la rigassificazione sia le rinnovabili sono assai dispendiose. Un gap con gli altri Paesi europei anche nel calo del prezzo dell’energia: se in Italia nell’ultimo anno è stato pari al 2%, in Germania è stato del 23%, in Francia del 59%, in Spagna del 40%, ritornando a livelli precrisi. Molteplici le ragioni: la rigidità del mercato e della burocrazia che frena nuove iniziative, anche in materia di rinnovabili, le accise, i freni al nucleare di nuova generazione. Sul nucleare è nata un’alleanza italo-americana per produrre a Marghera microreattori o SMR (Small Modular Reactor), reattori a fissione nucleare di piccola taglia, in attesa di un quadro regolatorio adeguato. Gli SMR arrivano a produrre fino a 300 mega watt di potenza elettrica (MWe), mentre le centrali di quarta generazione raggiungono i 1500 MWe. Sono appunto piccole unità delle dimensioni di un container e permettono di soddisfare il bisogno energetico locale installando una o più unità. Obiettivo, questo, che condividiamo con altri 12 dei Paesi Ue. Siamo sulla buona strada? Non per oltre novanta esponenti delle principali associazioni ambientaliste e della società civile, di docenti e ricercatori di numerose Università e di esponenti di organizzazioni del mondo delle imprese, che hanno sottoscritto un appello per un “100% rinnovabili Network”, in alternativa alla proposta del nuovo PNIEC (Piano Nazionale integrato per l’energia e il clima) di ritorno al nucleare in Italia, scagliandosi contro gli SMR. Vivere di sole rinnovabili si può per alcuni, ma non nel breve periodo, e nel frattempo gli altri Paesi europei continueranno a produrre il nucleare.