Verrebbe applicato il medesimo meccanismo utilizzato per Opzione donna

Poche le certezze dal fronte previdenziale. Una di queste è il fatto che, sicuramente, quest’anno serviranno meno risorse per assicurare la rivalutazione degli assegni pensionistici, alla luce della bassa inflazione che si sta registrando ormai da diversi mesi. Come si ricorderà, proprio la necessità di assicurare risorse adeguate e sufficienti per la perequazione delle pensioni aveva drenato diversi miliardi di euro. È da tempo che Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedono di intervenire sul sistema pensionistico, sia per la parte pubblica che per quanto attiene alla previdenza complementare. Se su quest’ultimo aspetto, l’ipotesi più accreditata potrebbe essere quella di aprire un nuovo semestre bianco per favorire le adesioni, sull’altro fronte, quello della riforma più complessiva, la situazione appare molto più complessa. Le richieste dei sindacati sono state registrate dal ministero del lavoro che ha così aperto una interlocuzione con i tecnici del ministero dell’economia e dell’Inps per una valutazione dei costi. Nelle ultime ore, si è iniziato a parlare con una certa insistenza di Quota 41, riferita agli anni di contributi versati, con calcolo interamente con il contributivo che, come noto, è meno vantaggioso rispetto al calcolo con il meccanismo retributivo. Si tratta del medesimo schema che è stato adottato anche per altri meccanismi di uscita anticipata, ad iniziare da Opzione donna.