Sono giorni all’insegna delle trattative, sempre più serrate in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno che dovrà “assegnare” i top jobs, vale a dire le nomine dei responsabili dei ruoli chiave nell’UE secondo gli assetti emersi dalle recenti elezioni europee. Pedine fondamentali per il funzionamento dell’Unione, tra cui il presidente della Commissione, il presidente del Consiglio europeo e l’Alto rappresentante della politica estera. La partita si è rivelata più complicata del previsto, soprattutto dopo la fumata nera del vertice informale dei leader del 17 giugno. I terremoti politici che si sono verificati in diversi paesi, con gli ottimi risultati ottenuti dalle forze di destra e di centrodestra, hanno da una parte segnato la rottura con il passato, mettendo in luce l’esigenza dei cittadini di un cambio di direzione delle politiche comunitarie; dall’altra hanno invece creato scompiglio nei tradizionali equilibri europei. Ursula von der Leyen rimane favorita per il secondo mandato alla presidenza della Commissione, ma al momento la sua posizione appare meno solida di quanto non fosse l’indomani del voto europeo. Sono tanti i tasselli da incastrare e in questo senso si colloca la visita di oggi a Roma del premier ungherese Viktor Orban, anche in vista del semestre di cui Budapest sarà alla guida a partire dal 1 luglio. Quello di Orban in questi giorni è di fatto un mini tour tra Germania, Italia e Francia (con quest’ultima che rappresenta un’ulteriore incognita, viste le imminenti elezioni legislative anticipate che potrebbero portare Emmanuel Macron a una situazione di coabitazione in caso di vittoria del Rassemblement National). Dunque il leader di Fidesz viene ricevuto dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’ottica di determinare non solo un percorso verso la composizione del nuovo quadro europeo – su cui, tuttavia, sono emerse nelle ultime settimane posizioni non sempre concordanti nonostante gli ottimi rapporti tra i due leader –, ma anche una convergenza sui temi che caratterizzeranno il semestre di presidenza ungherese, dai flussi migratori al ruolo e alla sovranità della stessa UE, passando per la cruciale sfida demografica. Quella di oggi è stata ad ogni modo per Meloni una giornata di incontri internazionali. Nel primo pomeriggio, infatti, il premier ha ricevuto a Palazzo Chigi anche il presidente della Repubblica di Singapore, Tharman Shanmugaratnam.