Intanto a Bruxelles sono iniziate le trattative per decidere i vertici: i gruppi di maggioranza – Ppe, Socialisti, liberali – provano a stringere su von der Leyen, Metsola, Costa e Kallas

«Se la Ue non è in grado di risposte immediate e veloci per affrontare i problemi, questi saranno risolti da altri soggetti internazionali. I problemi non aspettano i tempi di procedure lente e ritardate». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo nel corso di una visita in Moldova, dove ha incontrato la presidente moldava Maia Sandu, nei giorni in cui sono in corso le trattative per scegliere i nuovi vertici delle istituzioni europee, dopo le elezioni che hanno cambiato gli equilibri nel Parlamento europeo. La strada è ancora in salita: nelle ultime ore il primo “euroclave” s’è concluso con un nulla di fatto, in linea con le previsioni delle vigilia, del resto: non era prevista una decisione formale, anche se si sperava almeno in un accordo di massima. «Abbiamo una direzione giusta ma in questo momento non c’è accordo», ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, facendo il punto della situazione a margine della cena dei leader. «È nostro dovere concludere entro la fine del mese», ha poi aggiunto. Al momento, il piano prevede la conferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, Antonio Costa, socialista, al Consiglio europeo e Kaja Kallas come Alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza. Dovrebbe essere confermata anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo (l’Eurocamera decide però autonomamente). Poco prima del vertice informale, il Partito popolare europeo ha chiesto di cambiare il colore politico della casella al Consiglio a metà mandato, come accade per l’Eurocamera, impedendo così il raggiungimento immediato di un accordo.