L’incertezza frena consumi e investimenti. Dalla congiuntura di giugno di Confcommercio, Pil +0,1% a giugno e consumi -0,3% a maggio

Dalla Congiuntura di giugno di Confcommercio emerge che, anche se l’inflazione resta sotto controllo, «le ultime informazioni congiunturali sono meno buone delle attese. Il profilo declinante della produzione industriale evidenzia le difficoltà di una parte rilevante del nostro sistema imprenditoriale», secondo cui «l’incertezza frena consumi e investimenti». A maggio si conferma infatti anche la fragilità dei consumi con una variazione dell’ICC di -0,3% sia rispetto al mese precedente (stima destagionalizzata) sia rispetto a maggio 2023. Certo, c’è «il miglioramento del mercato del lavoro», che, tuttavia, «potrebbe, in assenza di dinamiche più toniche dell’economia, mostrare qualche segno di rallentamento nella parte finale dell’anno». L’inflazione, anche a giugno, si dimostra ampiamente sotto controllo: la stima di Confcommercio è di una variazione dello 0,2% congiunturale e dello 0,9% su base annua. Ma «il taglio dei tassi di riferimento da parte della BCE è stato inferiore alle nostre attese», di conseguenza «le imprese, soprattutto italiane, si confrontano, ancora per molto tempo, con tassi d’interesse reali particolarmente elevati. Si deve puntare tutto, quindi, sulla stabilità o l’ulteriore ridimensionamento, dell’inflazione, profilo che rafforzerebbe il potere d’acquisto del reddito da lavoro e, in un contesto privo di shock rilevanti sull’occupazione, consolidare un percorso di crescita dei consumi, con conseguente sostegno al Pil». «Il peggioramento nelle vendite di auto – e una dinamica flettente delle presenze a partire da aprile (evidenze provvisorie) – non sono state compensate da spunti favorevoli nel resto del paniere d’acquisto delle famiglie» e servizi e turismo e «potrebbero non bastare a rimettere in carreggiata la spesa».