Ancora molto ridotto l’impiego di strumenti digitali; scarse le capacità relazionali

Una fotografia, quella scattata dall’Istat, che torna molto utile, nel momento in cui il ministero del lavoro e delle politiche sociali si appresta a discutere con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle altre parti sociali le eventuali modifiche da apportare al Programma Gol – Garanzia per l’occupabilità dei lavoratori, e al Fondo Nuove Competenze, lo strumento pensato e immaginato per favorire la riqualificazione del personale dipendente. Lo studio sulle competenze evidenzia aspetti molto interessanti e positivi, ma, anche e soprattutto, elementi di forte criticità. Se il 37,1% degli occupati utilizza strumenti digitali, quasi il 61% dichiara un utilizzo basso o assente. Preoccupa molto la scarsissima capacità di lettura di documenti tecnici o di eseguire calcoli complessi: in entrambi i casi, la percentuale di chi è in condizione di svolgere le due attività è di poco superiore al 10%. Va molto meglio sul versante dell’autonomia e dell’esecuzione dei compiti e delle procedure. L’utilizzo e il possesso delle competenze richieste sono strettamente connessi al titolo di studio. Un esempio, in tal senso, è rappresentato dalle cosiddette competenze relazionali, legate alla comunicazione efficace, un aspetto spesso sottovalutato, ma che, viceversa, potrebbe contribuire a ridurre il numero degli infortuni sul lavoro. Altro fattore che impatta in maniera considerevole è legato all’età.