di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL
Per la prima volta in Francia si parla, anche se fra molte resistenze, della possibilità di formare un centrodestra unito sul modello italiano, superando l’anacronistico cordone sanitario attualmente esistente nei confronti del Rassemblement National di Marine Le Pen. Qualcosa di simile a quanto avvenne trent’anni fa, in Italia, quando Silvio Berlusconi ebbe l’intuizione di unire le diverse anime del centrodestra, creando una coalizione che potesse competere efficacemente con la sinistra. Oggi, nell’anniversario della sua morte, questa strategia sembra essere più attuale che mai e potrebbe trovare applicazione anche oltre le Alpi. Certo, Éric Ciotti, attuale leader dei Repubblicani, non possiede il carisma e l’abilità comunicativa di Berlusconi, eppure si trova di fronte a una sfida simile. Quella di costruire un’alleanza in grado di dare vita a un centrodestra forte e coeso, capace di governare il Paese per lunghi periodi, rompendo finalmente l’impasse politica in cui si trovano attualmente i conservatori francesi, costretti a cedere sempre il passo alle sinistre nonostante siano complessivamente maggioritari nei consensi. Ciotti sta incontrando forti opposizioni all’interno del suo stesso partito riguardo a una possibile alleanza con RN, perché diversi esponenti dei Repubblicani non condividono la sua scelta e temono che questa possibile coalizione potrebbe alienare i consensi degli elettori moderati. Eppure, nonostante queste difficoltà, il modello bipolare, con due coalizioni – una progressista e una conservatrice – che rappresentino la maggior parte degli elettori, resta, se non ora, a breve termine, un inevitabile punto d’arrivo. Anche la destra francese, che ha dimostrato di poter operare democraticamente, deve essere inclusa nella vita pubblica. La creazione di due coalizioni contrapposte, ma legittimate, permetterebbe una sana alternanza al governo e una maggiore partecipazione politica. Non solo: un sistema bipolare capace di garantire che tutte le principali correnti di pensiero abbiano una rappresentanza e una voce nella gestione della cosa pubblica potrebbe, fra l’altro, anche prevenire l’emergere di movimenti radicali anti-sistema, fornire stabilità e garantire un dibattito costruttivo. L’esperienza italiana dimostra che una coalizione di centrodestra può non solo governare efficacemente, ma anche contribuire al rafforzamento delle istituzioni democratiche. La sfida per la Francia è trovare il proprio percorso, riconoscendo la diversità delle forze politiche presenti e costruendo una coalizione capace di rispondere alle esigenze dei cittadini. Se Ciotti riuscirà a superare le resistenze interne e a formare un’alleanza con Le Pen, la Francia potrebbe vedere la nascita di un nuovo equilibrio politico, in grado di garantire alternanza e partecipazione e di preservare il legame tra popolo e istituzioni.