Dovendo scegliere, il governo punta su questo strumento e non su Quota 41

Anche se è ancora molto prematuro, considerando, fra le altre cose, ciò che potrà accadere a Bruxelles con la formazione della nuova Commissione e con la definizione delle nuove regole sul Patto di stabilità, il governo ha iniziato a ragionare sulla prossima legge di bilancio. Già nel Documento di economia e finanza, seppure in maniera ipotetica, era arrivata una indicazione di massima: stante le risorse scarse, l’intenzione è quella di concentrarsi sul taglio del cuneo contributivo e non su altre voci, compresa la riforma delle pensioni. Ora, questa intenzione sembra essersi rafforzata, soprattutto nella presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e nel ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti. La riforma delle pensioni, quindi, dovrebbe scivolare in secondo piano, con qualche operazione mirata a secondo delle disponibilità economiche. Un ragionamento che dovrebbe coinvolgere anche i sindacati, in particolare Cisl e Ugl che, in questi anni, hanno spesso parlato di Quota 41 come obiettivo di legislatura, sostenendo però la necessità di arrivare a dei correttivi rapidi sugli strumenti esistenti, ad iniziare dall’Ape sociale e da Opzione donna. Una partita tutta giocare resta, infine, quella del rilancio della previdenza complementare, mentre proprio in questi giorni è iniziativa la campagna per il riscatto agevolato dei periodi non coperti da regolare contribuzione previdenziale.